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CRISTALLI SOGNANTI - Theodore Sturgeon
created Jan 23rd 2021, 19:26 by Ophelia
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Dallo sportello semiaperto dell'armadietto, Horty guardò il ripiano superiore, gremito delle luci dell'albero di Natale (l'albero di Natale era sempre in giardino, là dove tutti i vicini potevano vederlo, mai in casa), di vecchi nastri, di un paralume, e c'era anche Junky.
Scostò la sedia troppo grande dalla scrivania troppo piccola, la sollevò - perché se l'avesse trascinata, Armand avrebbe salito i gradini a due per volta per vedere cosa stava facendo, e se si trattava di qualcosa di divertente, o di piacevole, gliel'avrebbe subito proibito - e la posò, lentamente e prudentemente, davanti allo sportello aperto dell'armadio.
In piedi sulla sedia, cercò a tentoni dietro gli oggetti che ingombravano il ripiano, fino a quando trovò la forma cubica e dura di Junky. Lo tirò fuori: era un cubo di legno dipinto con colori chiassosi, ammaccato e scheggiato qua e là. Lo strinse a sé, e lo portò verso la scrivania.
Junky era uno di quei giocattoli così conosciuti, così consumati, così amati, che non c'era bisogno di vederlo di frequente per sapere che era là, e non era neppure necessario toccarlo spesso.
Horty era un trovatello. Era stato trovato in un parco pubblico, in una serata d'autunno, con una coperta intorno al corpo, e niente altro. Aveva avuto Junky all'orfanotrofio, e quando Armand lo aveva scelto come figlio adottivo (questo era stato durante la campagna elettorale per il consiglio comunale; Armand era stato sconfitto, ma a un certo punto aveva pensato che l'adozione di un povero, piccolo trovatello senza casa avrebbe offerto un'immagine commovente ed efficace agli elettori), Junky lo aveva seguito.
Scostò la sedia troppo grande dalla scrivania troppo piccola, la sollevò - perché se l'avesse trascinata, Armand avrebbe salito i gradini a due per volta per vedere cosa stava facendo, e se si trattava di qualcosa di divertente, o di piacevole, gliel'avrebbe subito proibito - e la posò, lentamente e prudentemente, davanti allo sportello aperto dell'armadio.
In piedi sulla sedia, cercò a tentoni dietro gli oggetti che ingombravano il ripiano, fino a quando trovò la forma cubica e dura di Junky. Lo tirò fuori: era un cubo di legno dipinto con colori chiassosi, ammaccato e scheggiato qua e là. Lo strinse a sé, e lo portò verso la scrivania.
Junky era uno di quei giocattoli così conosciuti, così consumati, così amati, che non c'era bisogno di vederlo di frequente per sapere che era là, e non era neppure necessario toccarlo spesso.
Horty era un trovatello. Era stato trovato in un parco pubblico, in una serata d'autunno, con una coperta intorno al corpo, e niente altro. Aveva avuto Junky all'orfanotrofio, e quando Armand lo aveva scelto come figlio adottivo (questo era stato durante la campagna elettorale per il consiglio comunale; Armand era stato sconfitto, ma a un certo punto aveva pensato che l'adozione di un povero, piccolo trovatello senza casa avrebbe offerto un'immagine commovente ed efficace agli elettori), Junky lo aveva seguito.
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